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Smart Working: il programma che controlla se stiamo lavorando oppure no

da | Mar 24, 2020 | Marketing, News, Smart Working | 0 commenti

Una foto ogni cinque minuti per assicurarsi che i dipendenti lavorino: preoccupa il software “grande fratello”

 Una foto ogni cinque minuti per verificare che tutti i dipendenti in smart working siano al lavoro. Questo strumento di controllo dei lavoratori da remoto è offerto da Sneek, un software per le videoconferenze che è sempre attivo per impostazione predefinita.

Negli Stati Uniti, la base di utenti di Sneek si è rapidamente ampliata nelle ultime settimane: molte imprese sono passate al lavoro da casa con le misure di lockdown adottate per contenere la diffusione del Coronavirus e diversi manager hanno scelto di controllare i propri dipendenti con Sneek.

Il video che spiega il funzionamento dello strumento ha inquietato più di una persona: i dipendenti devono trascorrere tutto il tempo del proprio turno con la webcam accesa, mentre il responsabile dell’azienda visualizza un “poster” con tutte le inquadrature dei propri collaboratori. Sneek prevede che si possa impostare lo scatto di una foto ogni uno o cinque minuti.

Il software sembra tutto pensato per manager maniaci del controllo. Cliccando sulle foto degli altri si avvia in automatico la videochiamata, senza che il destinatario debba accettare la telefonata. Le persone possono configurare le proprie impostazioni in modo da accettare le chiamate manualmente solo se il datore di lavoro lo consente.

Quando una persona esce dalla conversazione, gli altri possono continuare a parlare fra di loro. Il sito The Information è stato fra i primi a sollevare il dibattito su Sneek: uno strumento pensato per riprodurre l’immediatezza delle comunicazioni in ufficio rischia di essere invece uno strumento di controllo dei lavoratori che sembra uscito da un libro di Orwell.

 In Italia è possibile creare un account su Sneek semplicemente inserendo la propria email. Resta però il fatto che nel nostro Paese lo Statuto dei lavoratori vieta l’uso di “impianti audiovisivi e di altre apparecchiature per finalità di controllo a distanza dell’attività dei lavoratori”, per cui un tale software non potrebbe diffondersi tanto facilmente.

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Non sono un nativo digitale e lo considero una fortuna, perché questo mi ha permesso di comprendere dall'esterno il grande potenziale della comunicazione online. Comunicare online, significa abituare il pensiero a riconnettersi al mondo reale per far leva su ciò che vogliamo migliorare del nostro mondo digitale: perché il marketing non'è più una questione di ciò che produci, ma della storia che racconti; il cliente non si cerca, si attrae

GIANLUIGI BOCCARELLO

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